venerdì 1 aprile 2011

Per chi crede che il nucleare ci costi meno in bolletta e perchè invece per gli altri stati è così!

Ecco una bolletta a campione e l'analisi delle relative voci che la compongono compreso il costo dello smantellamento delle centrali nucleari (ancora lo stiamo pagando!) e delle fonti rinnovabili che, pur pagando, nel lungo termine riusciremmo ad ammortizzare senza contare poi che sono fonti RINNOVABILI cioè infinite!

Bolletta a campione  (Pagina 1 - Pagina 2)

Glossario voci in bolletta (vedi "Servizi di rete")

Componenti tariffarie A, UC e MCT

Le componenti tariffarie A coprono gli oneri sostenuti nell'interesse generale del sistema elettrico (quali ad esempio i costi di ricerca, i costi per l'incentivazione dell'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili etc.) e sono individuati dal Governo con decreto o dal Parlamento tramite legge; le componenti UC coprono ulteriori elementi di costo del servizio elettrico (quali, ad esempio, la perequazione) individuate dall'Autorità.
  • da chi sono determinate: le aliquote relative alle componenti tariffarie A e UC sono fissate dall'Autorità ed aggiornate periodicamente sulla base delle esigenze di gettito.
  • come sono calcolate: le componenti tariffarie prevedono, in generale, corrispettivi espressi in centesimi di euro per punto di prelievo e in centesimi di euro per kWh;
  • da chi sono pagate: le componenti tariffarie A, MCT, UC3, UC4 e UC6 sono pagate da tutti i clienti finali.


Voci riferite alle fonti rinnovabili (A3) e al nucleare (A2):

SCHEDA A (clicca qui per il download del comunicato stampa relativo)
COMPOSIZIONE PERCENTUALE DELLA BOLLETTA ELETTRICA NEL II TRIMESTRE 2011
  •  Componente energia (58,68% della spesa totale lorda). E’ il costo di approvvigionamento per l’energia elettrica prodotta e importata. E’ la voce più direttamente influenzata dalle quotazioni internazionali degli idrocarburi e dall’efficienza del mercato all’ingrosso.
  • Costi di rete e di misura (15,36% della spesa totale). Sono i costi dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell’energia. La componente tiene conto della remunerazione degli investimenti per lo sviluppo e la sicurezza delle infrastrutture di rete.
  • Imposte (14,21% della spesa totale). Le imposte comprendono l’IVA (circa 9,09% del totale) e le imposte erariali (o accise) e locali, pari a circa 5,12% del totale.
  • Oneri generali di sistema (11,75% della spesa totale). Sono oneri fissati per legge a copertura di voci diverse e che incidono sulla bolletta con queste percentuali: incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate (componente A3, pari a circa il 85,31% degli oneri di sistema); regimi tariffari speciali per la società Ferrovie dello Stato (componente A4, pari a circa il 3,11% degli oneri di sistema); oneri per il decommissioning nucleare e compensazioni territoriali (componente A2 e MCT, pari a circa il 6,62% degli oneri di sistema);
  • Compensazioni per le imprese elettriche minori (componente UC4, pari a 1,67% degli oneri di sistema);
  •  Sostegno alla ricerca di sistema (A5 pari a circa l’1,24% degli oneri di sistema);
  • Componente As a copertura del bonus elettrico (pari al 1,52% degli oneri di sistema);
  • Promozione dell’efficienza energetica (componente UC7 pari a circa lo 0,53% degli oneri di sistema).
 Riporto alcune delle domande più frequenti sul nucleare prese da Green Peace:

È VERO CHE IL NUCLEARE ABBASSERÀ I COSTI DELLE BOLLETTE?

No, se teniamo conto degli altissimi costi per la realizzazione di nuove centrali, della manutenzione, dello smaltimento delle scorie e degli impianti contaminati, risulta che il costo finale dell’elettricità farà raddoppiare il costo delle bollette degli italiani. Il Governo sta mentendo al Paese per agevolare i piani nucleari di Enel: saranno infatti i cittadini a pagare il ritorno al nucleare attraverso rincari nelle bollette.

ALLORA IL NUCLEARE NON CONVIENE?

Se qualcun altro ti regala la centrale e si occupa delle scorie a gratis, allora il nucleare conviene. La maggior parte del costo dell’elettricità nucleare dipende infatti dal costo iniziale di costruzione dell’impianto e dai costi di gestione delle scorie per centinaia di anni. Questi costi, così come lo smantellamento delle centrali e la bonifica dei siti contaminati, non sono sostenuti dalle aziende, ma dallo Stato, e dunque dai contribuenti che pagano le tasse.

QUANTO COSTA OGGI UN KILOWATTORA?

All’ingrosso, ossia alla Borsa Elettrica, un kilowattora costa oggi circa 5 centesimi di euro. In bolletta, invece, i consumatori lo paghiamo circa 18 centesimi di euro.

QUANTO COSTA UN KILOWATTORA DA NUCLEARE?

Secondo il Dipartimento dell’Energia Americano (DOE) un nuovo reattore nucleare ordinato oggi e che entrerà in funzione nel 2020 produrrà energia a 7 centesimi di euro per kilowattora, più dell’eolico, del carbone, e del gas. Questo ipotizzando che il costo di costruzione di un reattore sia di 2,3 miliardi di euro per 1000 MW, un’ipotesi che tuttavia non è realistica, se guardiamo agli attuali prezzi di mercato.

E ALLORA QUANTO COSTERÀ EFFETTIVAMENTE L’ELETTRICITÀ DA NUCLEARE?

È una bella domanda. Le ultime stime per un reattore EPR nuovo (come quelli che l’Enel vorrebbe costruire in Italia) indicano fino a 4,8 miliardi di euro per 1000 MW. Se prendiamo questo dato, allora un kilowattora da nucleare costerebbe circa 14 centesimi di euro, tre volte quanto il costo pagato oggi alla Borsa Elettrica.

E ALLORA PERCHÉ IL NUCLEARE IN FRANCIA CONVIENE?

Perché la maggior parte dei reattori francesi sono stati realizzati dallo Stato negli anni ‘60-’70, e dopo quarant’anni i costi sono stati ammortizzati. È come per le centrali idroelettriche realizzate nel secolo scorso che producono oggi l’energia elettrica più economica (nessun consumo di combustibile) o per le vecchie centrali a carbone degli anni '80. Ma, anche in questo caso, la differenza di costo viene comunque incassata dall'azienda, non certo dai cittadini.

E I COSTI DI SMANTELLAMENTO E GESTIONE DELLE SCORIE RADIOATTIVE?

Nel caso della Gran Bretagna, i costi per la gestione delle scorie hanno prodotto un buco nei conti pubblici di 90 miliardi di euro.
In Italia lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari costerà circa 4 miliardi di euro che stiamo già pagando in bolletta, attraverso la componente “A2”. Molto probabilmente questi soldi non basteranno, e lo Stato dovrà farsi carico di ulteriori spese. Il nucleare è un pericoloso costo per la collettività: le aziende fanno profitti nell’immediato, mentre i cittadini sosterranno i rischi e i costi delle scorie radioattive nel lungo periodo.

ESISTONO ALTERNATIVE PIÙ CONVENIENTI AL NUCLEARE?

Sì, fonti rinnovabili come eolico, solare, geotermico, biomasse sostenibili, e misure di efficienza energetica sono già oggi disponibili e in grado di fornire tutta l’energia di cui abbiamo bisogno in modo conveniente, pulito, sicuro, e per sempre. Studi di Greenpeace mostrano che in Europa le rinnovabili potranno fornire circa il 90% dell’energia elettrica al 2050.

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