mercoledì 28 luglio 2010

Corso di autostima - CAPITOLO 3

Capitolo 3
Le strade da evitare
“Quelle che invece di avvicinarci all’isola ci allontanano”

1. Il baule dei "te lo avevo detto"
2. La scoliosi mentale
3. Diventa sordo

1. Il baule dei "te lo avevo detto"
Psicologi ed analisti internazionali non hanno ancora dato una età precisa, ma sembra ormai assodato
che le basi
fondamentali dell’Autostima si formino entro i primi anni di vita.
Detto questo, non è che se da piccoli non ci hanno aiutato a crescere con un buon rapporto con noi
stessi, con una forte fiducia nelle nostre capacità e nel nostro SACROSANTO diritto
ad essere felici e realizzati, dobbiamo chiudere questo manuale e “arrenderci” come se non ci fosse
ormai più nulla da fare.
L’autostima, fortunatamente, è flessibile e lavorabile.
Anche un pezzo di creta informe può dar vita ad un’opera d’arte.
E l’artista sei tu.
Certo che se da piccolo e poi crescendo, negli anni, tante persone intorno a te ti hanno ripetuto,
magari anche in buona fede:
te l’avevo detto che non ci saresti riuscito
non ce la puoi fare
non ci riesci
è troppo difficile per te
non provarci nemmeno, tanto…
accontentati che …
non è una cosa per te
non ci sono riuscito io, figurati tu
nessuno ce l’ha mai fatta
ma credi di essere più bravo degli altri?
Ma smettila di sognare, resta coi piedi per terra
Non aspettarti troppo che poi ci resti male
E se quella vocina dentro di te ha cominciato a ripetere queste frasi come se fossero verità assolute ….
Non ce la posso fare
E se poi sbaglio?
E se va male?
Non sono capace
Io sono fatto così
Ci sono cose che non posso cambiare
Bisogna accontentarsi
Potrebbe andare peggio
Renditi conto: ogni volta che ascoltiamo o ci diciamo cose di questo tipo, è come se prendessimo a
cazzotti la nostra autostima, letteralmente.

Quindi la prima cosa da evitare è ascoltare queste stupidaggini o addirittura dircele da soli.
Attenzione, non stiamo dicendo di attraversare la vita in modo estemporaneo, senza prestare
attenzione alle difficoltà oggettive e ai pericoli.
Non attraversare la strada senza guardare prima se arriva una macchina; ma nemmeno resta sul ciglio
e non attraversare mai perché potrebbe arrivare una macchina!
In altre parole, chi mai può essere sicuro se tu ce la farai o no? Nessuno, nemmeno tu.
L’unico modo per saperlo è farlo e poi osservare i risultati. RISULTATI. Non fallimenti, non insuccessi.
Risultati.
E’ molto importante chiamare le cose con il loro nome.
Ogni azione produce un risultato, che comunque sia, ha sempre qualcosa da darci, se lo guardiamo con
l’atteggiamento giusto.
Se è il risultato che volevi, bene! Un risultato positivo fa bene all’autostima e ti aiuta ad ottenerne
sempre di migliori. Se non è il risultato che volevi, bene lo stesso! Una volta passata l’incazzatura che
è normale provare, il risultato ti insegna a fare meglio la prossima volta.
Belle parole e poi? Questo è quello che stai pensando?
Allora prova a ritornare indietro negli anni, rivediti bambino, 10-12 mesi, quando hai imparato a
camminare.
Quante volte sei caduto prima di riuscire ad attraversare la stanza?
E secondo te cosa ti dicevano i tuoi genitori, i nonni, gli zii?
“Ecco, è caduto già due volte, non ce la farà mai!” o invece ti incitavano “Dai che ce la fai, prova
ancora, dai che sei bravissimo”
Quando le persone più care, proprio loro, smettono di fare il “tifo” per te?
Forse che il loro tifo è “limitato” a quello che loro ritengono sia raggiungibile?
E chi ti dice che le loro convinzioni di cosa tu puoi o non puoi ottenere sia il Verbo?
Se le generazioni successive avessero semplicemente raggiunto quello che la generazione precedente
aveva fatto, non ci sarebbe il progresso e probabilmente vivremmo ancora tutti
nelle caverne a mangiare carne cruda e a prenderci a clavate in testa.
Probabilmente chi ha costruito la prima palafitta si sarà sentito dire da parenti e amici “ma chi te lo fa
fare? Ma sei sicuro? Ma se poi non funziona? Ma cosa c’è di sbagliato nel vivere nella
tua bella caverna?”
Capito l’antifona?
Quindi il consiglio è di valutare sempre quello che le persone ti dicono, valutarlo, appunto.
Non prenderlo per oro colato e dagli il peso giusto.
Chiediti perché ti dicono “non ce la puoi fare”.
Se questo parere arriva da persone che o sono iperprotettive e non sapendo come consigliarti (perché
loro non hanno mai fatto quella cosa) preferiscono essere “conservativi”
Se arriva da persone che hanno provato, magari una volta sola, e non ci sono riuscite e non hanno
guardato al risultato ma all’insuccesso.
Se arriva da persone che hanno raggiunto un quieto vivere nella loro mediocrità e non sopporterebbero
di vedere una persona, a loro vicina, vincere lì dove loro non sono riusciti.
Ecco, se queste frasi, demotivanti e assolutamente tossiche per la tua autostima, arrivano da lì,
raccoglile tutte velocemente e mettile in un baule da chiudere in fretta e da mettere in soffitta. E da
dimenticare.
A cura di Patrizia Salvini e Italo Pentimalli
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2. La scoliosi mentale
Fai questo esercizio. Mettiti nelle due posizioni che ti indichiamo, davanti ad uno specchio e ripeti le
frasi che ti
diciamo ad alta voce.
Non limitarti a leggere! Fallo! Altrimenti chiudi questo e-book e non perdere tempo inutilmente.
Esercizio 1: mettiti seduto su una sedia di fronte allo specchio.
Tieni la schiena curvata in avanti, le spalle piegate verso il petto, la testa inclinata verso il basso in
modo da vederti i piedi. Adesso appoggia la mano destra sulla fronte come per darle un minimo
sostegno. Poi ripeti le seguenti parole: “Come sono felice oggi, è una giornata splendida e non vedo
l’ora di dire al mondo intero che io sto realizzando le mie aspettative.”
Esercizio 2: mettiti in piedi di fronte allo specchio. Tieni la schiena bella dritta, le gambe leggermente
aperte e i piedi ben piantati in terra. La testa ferma sopra le spalle aperte come quando prendi un bel
respiro profondo, guarda verso l’alto. Le braccia aperte come ad abbracciare il mondo e le mani rivolte
verso l’alto. Poi ripeti le seguenti parole: “Oggi sono a pezzi, tutto è andato male come al solito e avrei
solo voglia di piangere”
Ora, prima che tu davvero chiuda questo e-book pensando che siamo malati di mente, ti invitiamo a
riflettere sulle sensazioni che hai provato facendo questi 2 esercizi.
Se li hai fatti con l’apertura mentale di chi vuole trarre dei benefici da questo e-book avrai provato un
senso di …
stranezza. Vero?
In piccola parte proviene dal fare una cosa strana.
Ma in gran parte proviene dal tuo senso innato di congruenza.
Di cosa stiamo parlando?
Tu sai perché riesci a muoverti nello spazio che ti circonda in modo equilibrato? Perché quando
cammini non ti inciampi o non picchi contro gli oggetti che incontri; quando ti alzi o ti chini o ti giri
riesci a farlo in modo efficiente?
Perché c’è un sistema molto efficace che coinvolge il labirinto, il vestibolo etc. e che modula tutte le
percezioni dello spazio intorno a te. Per funzionare bene i segnali che la vista, l’udito, il tatto inviano al
sistema nervoso centrale devono essere congrui, seguire cioè una certa logica.
Bene, una cosa simile accade anche per le nostre emozioni. Il cervello “vede” come non congrui sia il
primo che il secondo esercizio. Qualcosa non torna! E’ come se il cervello ti dicesse che non puoi dirgli
che sei felice e nello stesso tempo avere l’atteggiamento fisico dell’infelice. E nello stesso modo non
puoi
dire che sei infelice ed avere l’atteggiamento fisico della persona felice!
Il tuo cervello, soprattutto la parte inconscia, non accetta le cose non congrue e fa di tutto per ricreare
un equilibrio fra i messaggi che gli arrivano.
Dove vogliamo arrivare? Prova a osservare la tua postura, come stai seduto o in piedi, nei momenti in
cui ti senti
“distratto o sovrapensiero”. Hai presente quei momenti nei quali ti sembra di non star pensando a
niente?
Ecco, prima di tutto ricordati che il tuo inconscio “pensa” 24 ore al giorno ininterrottamente, quindi
magari a te sembra di non stare pensando a niente, ma non è così.
Osservati e vedi come è messo il tuo corpo: che tipo di messaggio “fisico” stai mandando al tuo
cervello? Sei in una posizione “depressa” o in una “aperta”?
Qualunque essa sia, il tuo inconscio ci assocerà una emozione congrua.
Sei seduto di sbieco, con la testa fra le braccia e ti stai osservando i piedi? Posizione da depresso =
emozione da
depresso.

Sei alla finestra, osservi il cielo azzurro e ti stiri la schiena facendo un bel respiro? Posizione positiva =
emozione positiva.
E siccome è ormai dimostrato che più proviamo una emozione e più quella emozione diventa una
abitudine, quello che vogliamo sottolineare con questi esempi è molto semplice: aiuta le emozioni e gli
atteggiamenti positivi a diventare una piacevole abitudine per il tuo cervello. Non permettere ai
pensieri negativi
di diventare ancora più forti per …abitudine.
Il suggerimento è quindi quello di evitare le scoliosi della mente: appena ti accorgi che ti sei messo in
una posizione da depresso, alzati, fai il giro del tavolo, saltella su un piede, datti una bella stirata come
fanno i gatti quando si svegliano, fai almeno tre bei respiri profondi, guarda verso l’alto (anche a
costo di scoprire delle ragnatele sul soffitto che ti devi ricordare di pulire).
Fallo. Dare spazio alla scoliosi mentale non può che far male
alla tua autostima!

3. Diventa sordo
Hai presente quelle macchinette che usano le persone deboli di udito?
Guarda il lato positivo: con un semplice click possono spegnerle e chiudere fuori quello che non
vogliono sentire.
Non sarebbe male avere una specie di macchinetta che ci permette di sentire solo quello che davvero
utile: complimenti, critiche costruttive, discussioni stimolanti, notizie positive ….
E di tagliare fuori tutto quello che non solo è inutile, ma addirittura nocivo per la nostra autostima.
In realtà è possibile farlo, e spesso il click è proprio alla nostra portata.
Quello del telecomando.
Sarebbe forse banale e ripetitivo scrivere pagine e pagine sui rischi da televisione. Tante voci più
note delle nostre si sono già alzate contro questo cubo che è diventato il compagno preferito
di milioni di persone.
Tante illustri personalità hanno spiegato come l’aumentata crisi dei rapporti e della comunicazione
familiare sia da imputare alle troppe ore trascorse davanti alla TV piuttosto che a crescere il
rapporto con il nostro partner o a comunicare con i figli.
Ma una cosa crediamo sia il caso di sottolineare: la TV incide in qualche modo sulla nostra autostima?
Tu che ne dici? Leggi questi esempi e poi decidi tu.
Immaginati una serata tipo della famiglia tipo: i genitori rientrano dopo una lunga e spesso
insoddisfacente giornata lavorativa, e la prima cosa che fanno è accendere la TV, magari con l’audio
in sottofondo mentre si prepara la cena e si scambiano quattro chiacchiere con il partner e con i figli.
Poi alle 20,00 scatta l’ora TG. Si cena in silenzio ascoltando le ultime tragedie ops…notizie.
A livello inconscio sai come agiscono? Semplice: tu sei magari insoddisfatto del lavoro che hai, la tua
compagna o compagno non sono più così eccitanti come quando vi eravate appena
conosciuti, anzi, a volte sono diventati un estraneo o addirittura un nemico. I figli hanno smesso di
farti sentire un Dio perché li hai messi al mondo e perché ti ascoltano sempre: oggi hanno le
loro esigenze e da piccoli frugoletti rosa si sono trasformati in macchine da richiesta che sembrano
fare sempre esattamente il contrario di quello che tu vorresti.
Ma in TV c’è l’attentato terroristico che ha fatto 30 morti, l’inondazione che ha distrutto un paese, la
violenza che ha fatto un’altra vittima innocente, il livello di disoccupazione che
cresce, la borsa che scende, ….e dentro di te…..

La parte insoddisfatta, che ti spingerebbe a cambiare qualcosa nella tua vita per essere più felice ed
indipendente, si tranquillizza, si spegne, e si dice che tutto sommato, tu non sarai la persona più
felice del mondo, ma accontentati che potrebbe andare peggio!
E’ vero che il tuo lavoro non ti soddisfa, ma almeno ce l’hai. La tua famiglia non è quel nucleo di
serenità e di pace e di amore, ma almeno sei vivo.
Poi ci sono i giochi a premi, i reality e la pubblicità. Quali sono i concetti base espressi da queste
trasmissioni?
Elenchiamone solo alcuni: se non guidi questa automobile, se non ti compri quell’elettrodomestico,
se non hai almeno 2 carte di credito ….non sei nessuno!
Se vuoi veramente realizzare i tuoi sogni, la fortuna è tutto: se non scegli il numero giusto mica è
colpa tua, non sta a te e alle tue capacità crearti un futuro migliore, ma a una ruota che gira
o a un pacco col fiocco.
Se vuoi diventare ricco e famoso non c’è bisogno che tu abbia delle idee innovative, basta saper
spettegolare, fare la spaccata o un buon rutto.
Lascio a te comprendere l’effetto inconscio devastante dovuto alla ripetizione costante di questi
messaggi. ATTENZIONE: ricordati una cosa impostante.
La tua mente, dove l’inconscio pesa molto di più del conscio (se ti interessa approfondire l’argomento
ricordati di visitare la nuova Rubrica sul Cervello e Mente a
http://cervello.piuchepuoi.it ) non riconosce fra vero e falso e immagazzina ogni messaggio che
riceve.
E più messaggi identici riceve, più quel messaggio diventa una abitudine.
E una abitudine diventa una credenza, qualcosa da non mettere più nemmeno in discussione.
Vuoi un altro esempio di messaggio subliminale mediatico?
Uno dei film degli ultimi anni più visto è stato senza dubbio Titanic.
Quali i messaggi? Pensaci un attimo: il protagonista è bellissimo, povero in canne ma felice come una
pasqua e innamorato e buono fino all’estremo sacrificio. La bellissima viene “venduta” dalla madre al
ricco che non solo è antipatico, ma anche crudele e cattivo e egoista al punto di salvarsi a discapito
di donne e bambini. Nelle stive dove sono assiepati i poveri non ci sono tristezza e pantegane, ma
allegria e balli e amore. Sul ponte dei ricchi ci saranno anche cibi costosissimi, ma l’atmosfera è falsa
e cupa.
Tira tu le somme, essere povero non solo è bello, ma anche onorevole; essere ricco è disdicevole e ti
fa diventare cattivissimo.
Ricordati la CONGRUENZA! Se per esempio vuoi migliorare la tua indipendenza economica hai
bisogno di una buona autostima, ma come puoi pretendere che la tua autostima ti aiuti se da un lato
hai delle credenze che ti portano verso il miglioramento della tua situazione economica e dall’altro
lato hai credenze, più o meno inconsce, che ti ripetono che ricco è
brutto e cattivo?
La mancanza di un sano equilibrio all’interno dei tuoi valori crea inevitabilmente dei contraccolpi
negativi sulla tua autostima!
Il suggerimento non è certo quello di spaccarti i timpani, ma di diventare selettivamente sordo:
lascia passare le informazioni utili alla tua crescita personale e alla tua autostima e metti una
barriera per quelle inutili e nocive.
Magari un po’ meno TV e un po’ più letture che ti aprono la
mente?

A cura di Patrizia Salvini e Italo Pentimalli
Questo manuale è stato scaricato dalle pagine di Più Che Puoi, il più grande Circuito Positivo sul Web : http://www.piuchepuoi.it
Puoi scaricare tantissimi altri Manuali Gratuiti all’indirizzo http://www.piuchepuoi.it/manuali.php
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